Caritas parrocchiale
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Nei primi giorni dell’emergenza la comunità, così come le singole persone e famiglie, ha dovuto affrontare una nuova realtà in cui per tutti era difficile capire come comportarsi. La Caritas, insieme alla Parrocchia, ha trovato però subito il modo di attivarsi per riuscire ad aiutare chi in questa situazione si trova in maggiore difficoltà, cioè anziani, malati e persone fragili.
Mentre le classiche attività della Caritas si sono fermate o hanno rallentato (come ad esempio il centro di ascolto, la consegna dei pacchi di cibo, la scuola di italiano), l’esigenza principale in città era quella di far arrivare la spesa a casa di chi non poteva uscire. Molti commercianti si sono resi disponibili e fare le consegne a domicilio, ma le richieste sono aumentate di giorno in giorno, seguendo anche il diffondersi dei contagi, e la gestione di tutte le consegne si era resa difficile per il singolo negoziante.
Grazie all’ingresso di tanti nuovi volontari, la Caritas si è accordata con i negozi di Carugate per supportarli nella consegna giornaliera delle spese a casa, trovando insieme anche una prassi da seguire per far sì che il volontario sia sempre in una condizione di sicurezza e con le dovute protezioni.
La Caritas fin dai primi giorni ha ricevuto la disponibilità di tantissime persone che hanno voluto dedicare il loro tempo a questo servizio per la comunità. Le adesioni sono arrivate tramite il passaparola, dalle pagine social o tramite l’amministrazione. L’aspetto più bello di questo mettersi a disposizione è stato che dopo alcuni giorni le persone disponibili hanno superato anche l’effettivo bisogno di volontari per le consegne a casa.
Ad un certo punto è successo anche che fossero i volontari a chiedere ad altri negozianti se avessero bisogno del loro aiuto e non erano più i commercianti a cercare contatti con la Caritas o il comune.
In alcuni giorni le richieste di consegne sono state così tante che è venuto il dubbio che fossero tutte veramente persone che avevano bisogno. In questo momento l’unica cosa possibile è fidarsi delle persone e del loro buonsenso e, come ha detto una ragazza nel gruppo Whatsapp creato per riunire i volontari, “è meglio fare qualche consegna in più, anche a chi non ne avrebbe bisogno, piuttosto che non riuscire a portare la spesa a qualche anziano o persona malata che non può uscire di casa”.
In questa situazione delicata ognuno sta mettendo a disposizione il tempo e l’impegno che può, considerando anche le situazioni lavorative e familiari di ciascuno e le proprie personali preoccupazioni. In questo momento l’attività prosegue bene, la comunità sta dimostrando che anche nelle emergenze nessuno viene lasciato indietro, ci sono sempre tante persone disponibili a mettersi al servizio degli altri, nella forma più bella e più alta di carità.
Mentre le classiche attività della Caritas si sono fermate o hanno rallentato (come ad esempio il centro di ascolto, la consegna dei pacchi di cibo, la scuola di italiano), l’esigenza principale in città era quella di far arrivare la spesa a casa di chi non poteva uscire. Molti commercianti si sono resi disponibili e fare le consegne a domicilio, ma le richieste sono aumentate di giorno in giorno, seguendo anche il diffondersi dei contagi, e la gestione di tutte le consegne si era resa difficile per il singolo negoziante.
Grazie all’ingresso di tanti nuovi volontari, la Caritas si è accordata con i negozi di Carugate per supportarli nella consegna giornaliera delle spese a casa, trovando insieme anche una prassi da seguire per far sì che il volontario sia sempre in una condizione di sicurezza e con le dovute protezioni.
La Caritas fin dai primi giorni ha ricevuto la disponibilità di tantissime persone che hanno voluto dedicare il loro tempo a questo servizio per la comunità. Le adesioni sono arrivate tramite il passaparola, dalle pagine social o tramite l’amministrazione. L’aspetto più bello di questo mettersi a disposizione è stato che dopo alcuni giorni le persone disponibili hanno superato anche l’effettivo bisogno di volontari per le consegne a casa.
Ad un certo punto è successo anche che fossero i volontari a chiedere ad altri negozianti se avessero bisogno del loro aiuto e non erano più i commercianti a cercare contatti con la Caritas o il comune.
In alcuni giorni le richieste di consegne sono state così tante che è venuto il dubbio che fossero tutte veramente persone che avevano bisogno. In questo momento l’unica cosa possibile è fidarsi delle persone e del loro buonsenso e, come ha detto una ragazza nel gruppo Whatsapp creato per riunire i volontari, “è meglio fare qualche consegna in più, anche a chi non ne avrebbe bisogno, piuttosto che non riuscire a portare la spesa a qualche anziano o persona malata che non può uscire di casa”.
In questa situazione delicata ognuno sta mettendo a disposizione il tempo e l’impegno che può, considerando anche le situazioni lavorative e familiari di ciascuno e le proprie personali preoccupazioni. In questo momento l’attività prosegue bene, la comunità sta dimostrando che anche nelle emergenze nessuno viene lasciato indietro, ci sono sempre tante persone disponibili a mettersi al servizio degli altri, nella forma più bella e più alta di carità.