La cultura della solidarietà, con l'intento di indicare e proporre una migliore qualità di vita, perché la vita sia più umana, più ricca di altruismo, più capace di essere reciproco dono per gii altri".Affermando poi che "essere disposto a donare i propri organi è oggi un grande segno di civiltà". Bisogna sempre ricordare, e non smetteremo mai di farlo a tutti livelli, che l'atto di donazione è un atto volontario, ma far sì che sia una cosa normale (e non straordinaria) è necessario che venga accresciuta la sensibilità nei riguardi della cultura dei trapianti, nell'ambito dei principi generali di solidarietà umana. Bisogna fare in modo che siano rimosse tutte le numerose difficoltà a livello organizzativo che costituiscono ancora oggi le cause principali di mancato utilizzo di organi potenzialmente disponibili per la salvezza di chi ne aspetta magari da anni.
Chi ritrova ad attendere in dono una nuova vita, vorrebbe che tutti sapessero, che tutti comprendessero, che tutti fossero pronti a un sì. E ripensa con rammarico a tutte le volte in cui ha lasciato cadere il discorso, perché pensava non lo riguardasse; a tutte le volte in cui ha rimandato una decisione, perché tanto c'è tempo.
Il gruppo AIDO di Carugate, che è nato nel 1981 e conta oggi 525 iscritti, proseguirà nella sua azione di sensibilizzazione e educazione alla cultura della donazione con interventi fra i giovani, soprattutto nelle scuole e negli ambienti sportivi, particolarmente sensibili a questa problematica. I ragazzi di oggi, che molti giudicano forse un po' frettolosamente superficiali e indolenti, privi di valori profondi, sanno accogliere, con naturale spontaneità, l'ovvietà della donazione di ciò che non ci serve più. Non hanno le diffidenze e le chiusure di molti adulti. E lo sanno che si può scegliere di diventare donatori.
In questi anni ben 18 persone di Carugate hanno donato organi, grazie alla solidarietà delle loro famiglie. Più di 40 persone hanno beneficiato di questo dono. La donazione degli organi è un tema difficile, in cui occorre muoversi con grande rispetto delle diverse sensibilità, ma anche con l'impegno a superare vecchi pregiudizi e antiche paure.
Nel contempo, un grazie sincero alle famiglie, a tutti coloro che operano nel sistema sanitario per salvare vite umane e favorire una migliore vita ai trapiantati, ai famigliari di tutti coloro che hanno donato ed a tutti quelli che vivono nella speranza di un trapianto che possa cambiare un'esistenza di sofferenza.